Quando in tavola viene portato un cibo che non si conosce o non si sa come si debba mangiare è prudente aspettare di vedere come lo mangiano gli altri. In ogni caso non si chiede a chi serve in tavola ‘Che cosa è questo?’: ci si limita a prenderne una piccola porzione a scanso di sorprese. Di regola non si discorre con chi serve a tavola.
La pasta non deve pendere dalla forchetta mentre la si porta alla bocca; risucchiarne i pezzi pendenti con le labbra o tagliarli con i denti lasciandoli ricadere nel piatto è orribile. Tutto sta nel fare forchettate piccole, arrotolando pochi spaghetti o tagliatelle alla volta.
Dei carciofi, sia cotti che crudi, in un pranzo si servono i soli cuori o grumoli, che si mangiano con la forchetta.
Le verdure crude da mangiarsi in pinzimonio richiedono l’uso delle dita la parte interna del carciofo viene presentata intera e se ne stacca una foglia alla volta per immergerla nella salsetta; i rapanelli si presentano con la foglia verde, che serve per intingerli e portarli alla bocca e che poi si depone nel piatto; i cardi e i sedani si presentano tagliati in coste lunghe e regolari di cui si immerge la parte inferiore nel pinzimonio: nel proprio piatto, mai nella salsiera comune.
Dei granchi bisogna estrarre dal guscio la parte carnosa con la forchettina speciale che ha la punta ripiegata e tagliente, dopo aver fratturato il crostaceo servendosi anche dell’apposito coltello a spatola che ha un foro rotondo vicino alla punta.
Per i gamberi e gamberoni si segue lo stesso procedimento