A seconda degli autori, il gioco si dice nato in Francia o in Germania, tuttavia è attestato che un gioco dell’oca venne inviato in regalo nel 1580 dal granduca Francesco I de’ Medici al re di Spagna Filippo II. Si potrebbe quindi ipotizzare un’origine italiana, anzi fiorentina, forse sulla base di giochi molto piú antichi, addirittura egizi.
Il gioco dell’oca si fa su un tabellone, o tavoliere, su cui è disegnato un percorso a spirale diviso in 63 caselle numerate. La casella di inizio, quella piú esterna della spirale, è la numero 1, quella piú interna, al centro della spirale, è la 68. Alcune caselle sono fauste, o fortunate, altre infauste. Quelle fortunate hanno come immagine un’oca e raddoppiano il punto, e sono distribuite lungo il percorso a partire dalla casella 5, con una cadenza di una ogni 9 caselle: cosf si trovano alle caselle 5, 14, 23, 32, 41, 50, 59.
C’è anche una seconda serie di oche, sempre alla distanza di 9 caselle l’una dall’altra, a partire dalla casella numero 9. Per evitare tuttavia che chi fa 9 punti la prima volta che lancia i dadi (le oche stanno su 9, 18, 27, 36, 45, 54, 63) finisca automaticamente al 63 vincendo la partita, ci sono 2 caselle speciali, la 26 e la 53,
che recano 2 diverse combinazioni di dadi a totale 9. Chi ottiene 9 facendo un 3 e un 6 deve andare sulla casella 26; chi ottiene il 9 facendo un 4 e un 5 deve andare sulla casella 53.
Chi finisce sulle caselle nefaste (6, 19, 31, 42, 52, 58) deve pagare pegno o ricevere una punizione: versare una somma nel piatto; stare fermo per 3 turni; restare nella casella nefasta finché non ci capita dentro un altro giocatore; tornare a una casella iniziale, ecc.
Ogni giocatore ha a disposizione un segnalino, che sposterà sulle caselle della spirale a seconda dei punti ottenuti lanciando, al suo turno, 2 dadi. Scopo del gioco è di giungere il più presto possibile sulla casella 63 con un lancio esatto. Chi ci riesce per primo, vince.