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Come Preparare un Repellente Naturale per i Pipistrelli

Prima di immaginare qualsiasi formula occorre capire perché i pipistrelli scelgono un sottotetto, una veranda o un cornicione. Le colonie cercano rifugi caldi, bui, protetti da predatori, con fessure strette che imitano le cavità degli alberi. L’animale memorizza l’ingresso e vi torna notte dopo notte. Un presunto repellente potrà funzionare solo se interferisce con le sue coordinate sensoriali senza causare danni a una specie protetta dalla normativa europea. Intervenire in pieno periodo riproduttivo, quando le femmine allattano i piccoli, è vietato e controproducente perché spinge i neonati caduti a morte certa; perciò il calendario dell’allontanamento va collocato tra fine agosto e inizio aprile, quando le colonie si spostano verso siti invernali più profondi.

Scelta delle sostanze aromatiche che disturbano ma non nuocciono

Vari studi dimostrano che gli oli essenziali ricchi di monoterpeni – in particolare menta piperita, eucalipto citriodora e citronella di Giava – irritano le mucose olfattive dei chirotteri, senza però intossicarli. Il loro effetto non è permanente: la molecola, una volta dispersa, si ossida e perde la nota pungente, per questo occorre mantenerne la presenza costante affinché il rifugio risulti sgradevole. A questi aromi si affianca la canfora naturale, cristallo bianco che sprigiona un odore intenso già a temperatura ambiente; la combinazione crea una scena odorosa incompatibile con il delicato sistema di navigazione dei pipistrelli, spingendoli a cercare crepe più neutre.

Preparazione della miscela liquida impiegando vettori innocui

Per ottenere un’emulsione che diffonda gradualmente gli oli essenziali e la canfora si versa in un vaso di vetro scuro due parti di alcol etilico denaturato e una parte d’acqua distillata leggermente tiepida. Si unisce un cucchiaio raso di cristalli di canfora che immediatamente si sciolgono grazie all’alcol. A temperatura ambiente poi si incorporano trenta millilitri di olio essenziale di menta piperita, venti millilitri di olio di eucalipto citriodora e quindici millilitri di citronella di Giava, agitando il vaso fino a ottenere una soluzione limpida. L’alcol funge da veicolo e da conservante, l’acqua attenua la volatilità iniziale evitandone l’evaporazione in un’unica notte.

Modalità di distribuzione nei punti critici del rifugio

Il composto non va nebulizzato liberamente nell’aria come se fosse insetticida; i pipistrelli possiedono polmoni piccoli e delicati. Il metodo più rispettoso consiste nel saturare strisce di garza di lino, lunghe quanto la fessura d’ingresso, imbevendole e strizzandole lievemente; la striscia si inserisce con pinza nella crepa o si fissa al travetto con una piccola graffetta. In un sottotetto basta collocarne una ogni cinquanta centimetri per creare una barriera odorosa. Con l’evaporazione l’aroma riempie il volume ristretto senza disperdersi all’esterno. Ogni tre giorni si controlla l’effetto: se la garza appare secca, un nuovo passaggio di soluzione ristabilisce l’intensità. In zone molto ventilate, come sporti di gronda, si preferisce un diffusore a stoppino in vetro, protetto dalla pioggia, che garantisce rilascio costante.

Combinare l’azione olfattiva con variazioni luminose e sonore

L’odore non basta se l’abitazione offre ancora buio profondo e accesso comodo. Durante la fase di dissuasione è utile installare per un paio di settimane luci LED a bassa potenza, accese dall’imbrunire fino a dopo mezzanotte nel medesimo locale. I pipistrelli, amanti dell’oscurità, percepiscono la variazione come perdita della loro zona sicura e, sommata all’aroma irritante, maturano la decisione di abbandonare il sito. Dove la corrente non è disponibile si può ricorrere a un piccolo emettitore a ultrasuoni programmabile, con frequenza impostata fra ventotto e trentadue kilohertz modulata, in modo da non innescare assuefazione. Gli ultrasuoni vanno disattivati una volta che la colonia ha lasciato il rifugio, per evitare effetti collaterali sui pipistrelli del vicinato che svolgono la preziosa funzione di predatori d’insetti.

Sigillatura definitiva delle fessure dopo la migrazione

La protezione naturale ha senso solo se, una volta ottenuto lo scopo, si elimina la causa di attrazione, cioè l’ingresso. Terminata la stagione di volo, al calar dell’autunno, si osserva al tramonto la fessura: se non esce alcun pipistrello per due notti consecutive, è segno che il riparo è stato abbandonato. A quel punto si rimuovono garze e diffusori, si pulisce la zona con alcol per eliminare residui oleosi e si procede all’occlusione con malta a base di calce o silicone edilizio a basso modulo, facendo attenzione a non intrappolare eventuali individui rimasti. Una retina in acciaio inox a maglia fine, murata sul bordo esterno, impedirà nuove colonizzazioni senza ostruire la ventilazione del sotto-tetto.

Monitoraggio post intervento e rispetto della biodiversità

Dopo la chiusura definitiva si effettua un controllo mensile delle strutture esterne per verificare che non si formino nuove fenditure. L’assenza di macchie di guano o di suoni striduli indica successo dell’allontanamento. Nel contempo, collocare un bat-box su un albero o su un muro a distanza di sicurezza offre una alternativa ai pipistrelli, preservando il loro ruolo di cacciatori di zanzare e mantenendo l’equilibrio ecologico locale. Il bat-box sarà rivolto a sud-est, lontano da luci artificiali e posto a quattro metri di altezza; se l’aroma di menta e canfora non arriva fin lì, i chirotteri lo sceglieranno volentieri.

Conclusioni

La preparazione di un repellente naturale per pipistrelli combina una miscela bilanciata di oli essenziali – menta piperita, eucalipto citriodora, citronella – e canfora disciolti in alcol e acqua, applicata in modo mirato su garze o diffusori. La sua azione diventa davvero efficace solo se affiancata da un cambiamento temporaneo di luce e suono che disturba l’habitat scelto, e se culmina nella sigillatura delle fessure non appena i chirotteri hanno lasciato il rifugio. Così si rispetta una specie protetta, si salvaguarda la salute di chi abita la casa e si mantiene intatto il ruolo ecologico dei pipistrelli, offrendo loro un riparo alternativo in posizione meno conflittuale. L’intero processo richiede pazienza e consapevolezza dei tempi biologici: seguendolo con rigore si ottiene un risultato duraturo, privo di sostanze nocive e in armonia con l’ambiente.

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Filed Under: Fai da Te

Giuliano Castel

About Giuliano Castel

Giuliano Castel è un divulgatore di conoscenze e consigli utili per la quotidianità. Sul suo sito personale, troverete guide su argomenti che spaziano da lavori domestici, come riparazioni fai da te e manutenzione della casa, a consigli preziosi per i consumatori su come scegliere i migliori prodotti e servizi disponibili sul mercato.

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