Il pesco è una pianta proveniente dalla Persia da cui appunto prende il nome di prunus persica, ma cresce spontaneamente anche in Cina: si tratta di un albero da frutto di modeste dimensioni; infatti allo stato naturale spesso non supera i cinque metri di altezza.
Le foglie del pesco sono lanceolate e piuttosto lunghe; infatti arrivano fino ai venti centimetri di lunghezza e sono generalmente di colore rosa. I frutti di questa pianta, le pesche che tutti noi mangiamo, hano una buccia di colore giallo rossastra molto vellutata, con polpa che può essere gialla o bianca con venature rosse, più evidenti in prossimità del nocciolo.
Con una mutazione gemmaria si sono ottenute piante con frutti a buccia glabra, liscia chiamati nettarine o pesca noce; da questa sono state in seguito selezionate diverse specialità con caratteristiche differenti riguardo la grandezza, il colore o il periodo necessario alla maturazione del frutto: è possibile trovare selezioni di pesche dette duracine i cui frutti sono piccoli e molto regolari, con polpa soda e consistente, perciò idonea alla manipolazione, e sono utilizzate per la produzione di pesche sciroppate e macedonie.
Il portainnesti più diffuso tra i vivaisti è senz dubbio il franco: presenta ottima affinità con la maggior parte delle varietà di pesche e resiste bene alla siccità.
Non è adatto per i terreni argillosi e pesanti, nei quali la pianta diventa sensibile alle malattie. Il pesco si può innestare sul mandorlo selvatico, ottenendo buoni risultati sui terreni sassosi e calcarei, dove il franco non trova buone condizioni per svillupparsi al meglio.
Riguardo all’impollinazione, occorre dire che la maggior parte delle varietà si autofecondano; fra le varietà più diffuse e pregiate, la JH hale risulta essere sterile, quindi si consiglia di associarla ad una varietà diversa, per ottenere una buon a produzione di pesche: in ogni caso è sempre consigliato di avere due o più piante di diversa varietà per favorire l’impollinazione e la produttività.